Questa ricetta l’ho in mente da un sacco di tempo. Questa estate, quando avevo lavorato per Nergi, ne avevo fatto una versione simile, con una preparazione più classica dei dango, proponendoli in versione salata. In quell’occasione mi era venuta l’idea di fare degli gnocchi colorati, usando però la versione con il tofu. Ho continuato a rimandare fino a quando, per una serata particolare, prima di Natale mi sono messa all’opera.
La prima volta che ho assaggiato i dango è stato durante un corso di cucina dedicato ai piatti etnici. Solitamente è sempre accostato a salse dolci, con contrasti forti e sapidi. Volevo fare qualcosa di dierso, provare nuove versioni. Inoltre, onestamente, mi piacciono molto di più i mochi ripieni.
Mio marito mi prende in giro da sempre. Da quando al ristorante cinese la prima volta ordinai gli gnocchi cinesi saltati con le verdure. Arrivarono queste strisce gommose e bianche che secondo lui non sanno di nulla e sono ciccose. E a me piacciono da impazzire. Anche i mochi per lui sortiscono lo stesso effetto, per non parlare dunque del dango.
Quando assaggiò quello piccante che avevo preparato per la video ricetta, a contrasto con il mini kiwi, mi aveva deto che tutto sommato, ciccosità a pare, non era male. Da quello sono partita con i miei voli pindarici costruendo pian piano questo piato.
Tutte le sfere in ordine, con l’alternanza di colori mi divertiva tantissimo. Anzichè grigliarli, come è consuetudine servire i mitarashi dango, li ho voluti cuocere in acqua e poi condire con la salsa, tipicamente giapponese. UNa sorta di teryaky molto più veloce e casalinga.
Piccolo Chef, quando si è accorto che stavo preparando questa ricetta ha iniziato a saltellare e girarmi intorno in cucina, curioso di assagiarli.
La cena è andata benissimo e questo piatto, che racchiude il mio amore per la cucina orientale, la ricerca e lo studio di ricette nuove, con la tradizione italiana legata agli gnocchi e al mio continuo gioco con i colori e le forme.
Non vedo l’ora di proporlo a una delle mie prossime cene….
Mitarashi Dango
Ingredienti per 4 persone:
150 gr di silken tofu
150 gr di farina di riso glutinoso
100 gr di cimette di cavolfiore viola
100 gr di cimette di cavolfiore giallo
100 gr di cavolo romanesco
100 gr di salsa tamari
20 gr di aceto di mele
80 gr di vino bianco o sake
30 gr di malto di riso
20 gr di kuzu o amido di mais
1 bustina di zafferano
Polvere di barbabietola
Polvere di spinaci
Polvere di spirulina blu
Polvere di patate viola
Germogli di crescione
Germogli di sakura o raanello rosso
Sale, olio di girasole alto oleico e evo
Procedimento:
Per i dango: mescolare il tofu con la farina di riso glutinoso. Suddividere l’impasto in tre parti. Una colorarla con lo zafferano, unendo la polvere al composto e impastandolo fino a rendere il colore omogeneo. Allo stesso modo colorare un’altra parte con polvere di barbabietola per renderlo rosa, a vostro piacere. L’ultima parte mantenerla bianca. Suddividere ciascun impasto in palline regolari di 12 grammi l’una e lessarle in acqua bollente salata fino a quando diventino gonfie e vengano a galla. Dovranno cuocere per circa 4 minuti.
Per le verdure: pulirle e suddividerle in cimette e scottarle per 4 minuti in acqua bollente salata, ad esclusione del cavolfiore viola che dovrà essere sbollentato in acqua bollente acidula. Scolare e condire con olio evo.
Per la salsa: in una casseruola stemperare il tamari con il vino, l’aceto e il malto. Unire il kuzu e un cucchiaio di olio di girasole. Accendere la fiamma e fare restringere fino a rendere consitente la salsa.
Servire i mitarashi dango condendoli con olio evo e e le verdure. Spolverare con la polvere di patata viola, di spirulina e di spinaci e guarnire con i germogli.
Buon appetito!
Tempi di preparazione:
1 ora circa
Difficoltà:
Media
Nb.
nella vesrione più classica di questi dango, una volta lessati e scolati vengono messi in una bowl di acqua fredda per qualche minuto. A quel punto vengono infilati su uno stecco di legno e piastrati su una griglia rovente e conditi con salsa teryaky. La teryaky è un condimento agrodolce tipico della cucina giapponese che ho preprao anche in altre occasioni e la cui ricetta la trovate qui.
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