scrigno di melanzana agrodolce farcita

SCRIGNO DI MELANZANA AGRODOLCE FARCITA  – FOTOGRAFIE DI ALESSANDRO ARNABOLDI

 

Un’estate spensierata.

Di cose a cui pensare c’è ne sarebbero davvero tantissime. Di certo non mi lasciano indifferente tutte le cose che stanno accadendo nel mondo e nel nostro paese. La preoccupazione più grande è sicuramente il pensiero del futuro che stiamo lasciando. Forse perché ho un figlio e penso a quando lui avrà la mia età e che mondo potrebbe trovare, un po’ perché dovremmo preoccuparci un po’ tutti un poco più seriamente di avere rispetto.

Siamo di passaggio su questa terra e il nostro egoismo troppo spesso ci fa pensare che sia nostra. Invece dovremmo viverla più come ospiti. Ospiti in un luogo ricco di meraviglia che dobbiamo tenere da conto. Preservare e proteggere e lasciare per i prossimi che lo vivranno e ci abiteranno. Un po’ come quei cartelli che trovi in alcuni bagni pubblici con cui scritto “lasciami pulito come vorresti trovarlo tu”. Che trovo assurdo che bisogni ricordare di lasciare un luogo pulito; eppure…

Per non parlare delle malattie, che talvolta mi hanno colpita da vicino, le difficoltà, gli imprevisti, le situazioni precarie. La realtà del nostro paese è molto meno luccicante di come insistiamo a mostrare o che superficialmente tanti sono portati a pensare. C’è da rimboccarci le maniche e fare qualcosa di davvero imponente per non implodere.

Eppure questa estate è così gioviale e la sto vivendo con uno spirito leggero, libero, entusiastico e grato. Mi accorgo di quelle piccole cose che rendono speciali l’ordinario e poi mi soffermo ad accorgermi di quegli stessi momenti e mi rendo conto di quanto siano momenti felici. Gesti, attimi, persone. Luoghi, piccole espressioni… ma anche cose, dettagli. Come un fiore, un filo d’erba, una goccia ghiacciata sul bicchiere, una nuvola sbarazzina, un raggio di sole sornione che filtra nel bosco, lo scoiattolo che sgattaiola da un tronco all’altro, una patatina dimenticata nella ciotola, il rosa del cielo poco prima del tramonto, la brezza calda della sera e quell’aria frizzante che ti colpisce il viso al risveglio. un funghetto curioso, il cerbiatto salterino tra i rovi, il torrente ghiacciato, la cascata limpida, il riverbero dell’acqua sulla quiete del lago.

Potrei andare avanti ore, forse all’infinito.

Ed una sera, una delle tante in cui eravamo noi tre, ho fatto caso a quanto fosse bello quell’istante, sfuggente ed eterno, di estate. Lo fissato nella mente come una diapositiva. Una di quelle che si proiettavano al rientro in città e che si conservano nel cassetto.

Faceva caldo, caldissimo. La musica risuonava per tutta la stanza e la inondava di note travolgenti che, come un sottofondo rispettoso, ci rilassava e allo stesso tempo ci invitava a seguire involontariamente il ritmo. Lento, avvolgente, romantico, rilassante. Norah Jones cantava, la luce ancora prorompente inondava la stanza rendendola ancora più calda. Le chiacchiere, mentre tutto e tre ci dividevamo i compiti e preparavamo la cena. Io ai fornelli, ovviamente.

Avevo un vestito leggero a fiori, di quelli con la spallina stretta, la gonna a campana e tanti fiori colorati dipinti come una tela.

La pelle colorata dal sole e un sorriso beato stampato sul viso. Un calice di vino, un oliva. La tavola apparecchiata sul terrazzo, aperto sulle nostre montagne. Serenità.

E mentre cucinavo, ridevo e osservavo gli amori della mia vita che mi baciavano forte, come fa sempre piccolo Chef,  o mi circondavano un braccio intorno alla vita per farmi fare la giravolta, come mi sorprende Alessandro, ho pensato che quel momento lo avrei voluto fermare. Perfetto, in tutta la sua semplicità. Estate. La pace, la mente poco affollata e la voglia di spensieratezza. Avremmo potuto essere in ogni luogo, in qualsiasi momento. Non c’era tempo e non c’era spazio.

Era stato tutto abbattuto dalla felicità condivisa dello stare insieme. Li, in quel momento.

Una cena leggera, rinfrescante preparata tutti insieme. Forse per quello ancora più buona.

Se penso all’estate penso alle verdure grigliate, alle insalate, all’agrodolce, alla frutta fresca. Penso alle melanzane, peperoni, pomodori, cipolle, cetrioli.

Penso ai colori, all’acidita’, alla freschezza.

Ho pensato che quella sera, se fosse stato un piatto, sarebbe stata semplicemente questo.

Melanzana agrodolce, formaggio di mandorle all’aglio.

 

 

Diapositive d’estate

Scrigno di melanzana agrodolce farcita al formaggio fermentato di mandorle alla greca

 

Ingredienti per 4 persone:

2 melanzane

150 g di formaggio fermentato di mandorle al kefir autoprodotto alla greca

1 spicchio di aglio

100 ml di aceto di mela

2 cucchiai di zucchero di canna grezzo

olio evo e olio di girasole alto oleico

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scrigno di melanzana agrodolce farcita

Procedimento:

Lavare le melanzane e affettarle a spicchi. Friggerle in abbondante olio di girasole alto oleico con uno spicchio di aglio. Far assorbire bene l’olio in eccesso, tanponando con carta da cucina, e far raffreddare. Distribuirle in una teglia.

In una piccola casseruola sciogliere lo zucchero con l’aceto a fiamma dolce e appena ben caldo versare sulle melanzane. Far raffreddare e poi lasciare marinare, coperto, in frigorifero per almeno 12 ore.

In uno stampo a cupola posizionare le fette di melanzana marinata e creare un incavo Farcire con il formaggio fermentato di mandorle aromatizzato con cetrioli e aglio e compattare bene.

Servire la cupola di melanzana con poca salsa agrodolce ridotta e guarnire a piacere con menta fresca o erbe spontanee.

Buon appetito!

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scrigno di melanzana agrodolce farcita

Tempi di preparazione:

1 ora più il tempo di marinatura

 

Difficoltà:

media

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diapositive d’estate

 

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