Questa estate abbiamo passeggiato il più possibile nei boschi.
Amo stare nel bosco, osservare gli alberi, le loro linee e i rami che svettano verso il cielo. Così forti eppure fragili, in balia di quello che può accadere, senza potersi spostaer, Inchiodati al terreno, legati indissolubilmente a quel brandello di terra in cui un seme si è appoggiato.
Adoro osservare la danza delle foglie e i giochi di luce e ombra quando il sole tenta di filtrare oltre la coltre scura. Mi piace osservare quando la natura si infittisce, la luce e la temperatura cambiano. La natura regna sovrana. Li, in quell’angolo di mondo tutto appartiene a lei. A quei alberi secolari, imponenti e maestosi, ai cespugli, agli animali che ci abitano, ai piccoli fiori profumatissimi e ai funghi e al sottobosco.
Mi immagino queste piccole creature invisibili vivere allegramente e popolarlo senza che lo possiamo vedere. E magari ridere di noi, mentre lo attraversiamo ignari e talvolta con superbia, senza preoccuparci troppo di rispettarlo. Mi affascina sapere che c’è tutta una rete di comunicazione, una connessione sinergica.
Il bosco parla. Ed è pura meraviglia.
Quest’anno Alessandro aveva il pallino di cercare i funghi. Pregavo perchè ne trovassimo uno per far si che il suo desiderio potesse essere soddisfatto. Ma olte che chiedere alla natura di palesarsi bisogna proprio essere capaci!!! Gironzolavamo tra gli abeti, e questo a me già bastava. Ma una bella brisa profumata e saporita sarebbe stato davvero il massimo. Ma ci vuole esperienza e tanta tenacia e pazienza.
Ricordo che da piccola andavo con i miei genitori a funghi. era un vero e proprio lavoro. Un’impresa gratificante e faticosissima.
Ci si alzava all’alba, si andava al bosco e si iniziava a perlustrare. Eravamo armati di cestino di vimini, coltellino adatto, bastone per arrampicarsi… a mezzogiorno si era già di ritorno. A quel punto il rito continuava; si pulivano, si tagliavano e si mettevano ad essiccare.
Io avevo il compito di assicurarmi che sulla rete non volassero via e girarli ogni mezza giornata.
Con Alessandro abbiamo gironzolato, cercato e provato. Ma niente porcini. Una mazzadi tamburo o due tutt’al più. Ma tante vescie. Quelle . ne erano piene i prati. Ricordo che la mia mamma le raccoglieva e ci preparava la frittata.
Ci siamo divertiti un sacco a raccoglierle e una volta a casa ho preparato il pranzo. Friggendole e accompagnandole alle nocciole e all’uva.
Un secondo piatto, o un sostanzioso antipasto. Scegliete voi. Da provare acneh con i champignon. Perchè i funghi li adoro in ogni maniera e li metterei ovunque!
Fritto di bosco con crema di nocciole e uva
Ingredienti per 4 persone
20 funghi tipo vescie oppure dei cremini o altri funghi coltivati
150 g di tofu al naturale
30 g di nocciole tostate
50 g di farina di ceci
100 . g di latte di soia al naturale
pangrattato
sale, pepe e olio aromatico al peperoncino
olio evo e di girasole altooleico
germogli di acetosella
qualche chicco di uva
Procedimento:
Pulire i funghi con un panno umido ed eliminando eventuali radici o sporcizia. Formare una pastella densa stemperando la farina di ceci con il latte di soia e unendo, se necessario un poco di acqua. Condire con sale e pepe.
Passare i funghi nella pastella e poi avvolgerli nel pangrattato affinchè si formi una copertura uniforme.
Frullare le nocciole tostate fino a renderle un burro. Scottare il tofu e trasferirlo nel frullatore con le nocciole e continuare a frullare, emulsionando con olio piccante al peperoncino, sale e pepe. Ottenere una crema soffice, liscia ed omogenea.
Friggere in abbondante olio di girasole alto oleico a 180 gradi i funghi fino a formare una crosticina omogenea e croccante. Scolare e tamponare eventuale olio in eccesso.
Servire i funghi con la crema proteica di nocciole, guarnire con nocciole tostate, acini di uva e qualche germoglio di acetosella. Infine condire con un filo di olio.
Buon appetito!
Tempi di preparazione:
1 ora circa
Difficoltà:
facile
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